Il sito web di Giuseppe Ciccia - Assurgentismo e opere contemporanee

Giuseppe Ciccia

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         L’URLO DEL SILENZIO
Personale di Giuseppe CICCIA

da giovedì 10 ottobre 2019    Galleria La Fonderia – Via della Fonderia, 42/R – Firenze

Testo critico di Luca Nannipieri

La storia italiana dell'astrazione degli ultimi 40 anni, a cavallo tra il secolo appena passato e quello che stiamo attraversando, trova in Giuseppe Ciccia un artista di vigoroso talento e di preziosa ricerca. La sua estrema capacità di sintesi nel segno, congiunta ad una vitalità gestuale che può apparire giovanile eppure è estremamente matura e consapevole, lo rende pittore la cui febbrile inquietudine espressiva ben testimonia l'altezza e la krisis del linguaggio astratto.
Guardando le sue opere, entriamo nel cuore di uno dei dilemmi  dell'arte novecentesca e attuale, ovvero: l'astrattismo, che non è un movimento nato da un chiaro manifesto di riferimento, ma che è stato indubitabilmente la lingua che ha contraddistinto il Novecento, può rinnovarsi indefinitivamente oppure, come il figurativo, arriva ad un punto di paralisi e di recessione tale per cui rischia di illanguidirsi, di farsi spenta maniera e di involversi fino a perire? Questa è la grande questione che Ciccia testimonia e rinnova con le sue opere, alcune delle quali da leggere e osservare anche nel lavorìo del retro: l'astrazione è un linguaggio universale, ma saprà sempre essere nuovo a sé stesso anche nei secoli futuri, a prescindere dalla figurazione a cui, quasi, si oppone?
La sintesi del segno, la linea che si fa rapida, i colori che diventano primari, senza mediazioni di sfumature, spinte centripete e centrifughe, il totale distacco da ogni oggetto figurato, come se non ci fosse più diretta corrispondenza tra il visibile della realtà agli occhi e il rappresentato sulla tela, rendono Giuseppe Ciccia un artista immediatamente riconoscibile per autonomia di stile, tratto cromatico imperioso e maturità di pennello, come lo sono alcuni suoi diretti o indiretti padri, nell'informale europeo e americano, Franz Kline, Georges Mathieu, e qui da noi Emilio Vedova o, diversissimo ma contiguo anche geograficamente, Vinicio Berti. Le sue opere, soprattutto quelle di grandi dimensioni, chiamano lo spettatore - quasi lo invocano - ad una partecipazione quasi fisica.
Questa e molte altre sono le questioni che ribollono sotto il tessuto espressivo così vibrante di Ciccia, e per tutte queste, dalla prima all'ultima, gli siamo profondamente grati.








IN EVIDENZA


Mostra retrospettiva 1963 - 2013 - 50 anni di pittura
con il patrocinio della Provincia di Firenze, Provincia di Messina, Comune di Firenze, Comune di Messina, Comune di Fiesole, Comune di Pontassieve.




IN EVIDENZA

In anteprima la copertina del libro appena pubblicato ed a breve presso le principali librerie




  




IN EVIDENZA
Comunicato Stampa


GIUSEPPE CICCIA
“MEMORIAeDIVENIRE”
Mostra Retrospettiva (1963-2013)
50 anni di attività artistica
L'attività artistica di Giuseppe Ciccia prende le mosse nel 1963, partecipando ai grandi Movimenti dell'Arte Contemporanea, dalla Pop-Art all'Arte-Povera e alle svariate sue performances che coinvolgono il pubblico in quanto
diviene oltre che spettatore, parte integrante dell'opera.
Giuseppe Ciccia sperimenta le diverse tecniche tradizionali, dal disegno alla pittura, all'incisione, alla scultura, all'immagine filmica, alle performances.
Nel 1975 fonda il Movimento Artistico denominato “ASSURGENTISMO” con il chiaro intento di riportare l'arte al centro della vita, alla sua condizione naturale, intesa come evoluzione dello spirito.
Partecipa alla X Quadriennale di Roma “La Nuova Generazione”.
Interviene dal 1983 al 1987 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con delle Immagini/Azioni (Postcards) scelte appositamente per evidenziare un messaggio attraverso un segno pubblicitario estrapolato
dall'architettura della laguna, evento che l'artista ripete nel 1995 per il Centenario della Biennale di Venezia.
L'incontro con Vinicio Berti ed Emilio Vedova contribuisce ad esercitare il suo impegno in una pittura che rifiuta la forma e l'interpretazione dei dati oggettivi della realtà, per operare attraverso una sintesi formale, ristretta sulla polarità di pochi colori, dal rosso al nero, dal blu al giallo.
Presente in numerose personali e collettive nazionali ed internazionali.
Le sue opere sono collocate in spazi pubblici, musei civici ed istituti religiosi.
Giuseppe Ciccia vive ed opera tra Firenze e Cannes

 
 
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