Il sito web di Giuseppe Ciccia - Assurgentismo e opere contemporanee

Maurizio Vanni - Giuseppe Ciccia

Vai ai contenuti

Menu principale:

Maurizio Vanni

Recensioni

Andrè Breton, il principale teorico del Surrealismo scrive nel 1927: "Freud ha mostrato che nella profondità imprescindibili della mente prevale una totale assenza di contraddisione, una unova mobilità dei blocchi emozionali causati dalla repressione. Una dimensione senza tempo e una sostituzione della realtà esterna con quella psichica. L'automatismo conduce direttamente a questa zona". Giuseppe Ciccia, pittore messinese che vive ormai da molti anni a Firenze, dopo un primo periodo artistico tradizionale, inizia a evolvere il segno seguendo la propria istintualità: la linea si fa più veloce creando strutture sintetiche e dinamiche. Ne scaturiscono forme compositive più serrate che si muovono nello spazio, ma che parafrasano, seppure con grande libertà, gli oggetti della realtà naturale. Le opere degli ultimi dieci anni ci mostrano un artista che arriva al totale distacco dell'oggetto: Lui comprende che natura e arte non possono essere sempre in corrispondenza. questa sua presa di coscienza gli apre un universo tutto nuovo: la tavolozza diventa di una intensa luminosità ed è basata su un accordo fondamentale di colori primari. I volumi noti si trasformano così in formule e autonome composizioni che lasciano libertà alle più bizzarre associazioni. Il colore perde ogni funzione illustrativa e la rappresentazione cede il passo alla composizione e all'improvvisazione. Una sorta di astrazione provocatoria che predilige tracce metaforiche istintive alle premesse logiche e strategiche. In questo caso Ciccia si espone in prima persona e non teme di prendere l'iniziativa, dimostrando maturità e consapevolezza. Opere che possiedono un codice autonomo, una gri8glia linguistica che si rivela piena di energia, dato che ogni polarità agisce sospinta da un continuo e costante impulso di attrazione-repulsione in dinamici vortici centripeti-centrifughi. E' proprio in un contesto come questo che si restringono gli spazi e per i pigmenti secondari e per le terre, dove i rossi si scontrano, armoniosamente, con i blu e gialli. Le linee curve e rette si dispongono secondo un ordine che sembra sistematico, il colore è messo in diretto rapporto con la forma su di una superficie di supporto che diventa sfondo interattivo e portante. Una forma espressiva che indica la palese volontà di trasmettere allo spettatore il bisogno di agire con una diretta partecipazione fisica dell'artista. Acquista così un'importanza rilevante il gesto, che può essere anche casuale e dettato dalle emozioni profonde che presiedono alle invenzioni. Talvolta è proprio dalle situazioni più libere e paradossali che possiamo percepire le verità interiori dell'artista. E' d'altronde, come direbbe un celebre personaggio pirandelliano: "per me io sono quella che mi si crede".

                                                                            
(Maurizio Vanni)


 
Torna ai contenuti | Torna al menu