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Francesca Cascino - Giuseppe Ciccia

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Francesca Cascino

Recensioni

[...] Le sue opere colpiscono per il rapporto armonico e allo stesso tempo dinamico di forme e colori. La sinuosità delle linee immediate frutto di una continua ricerca, si collega a quella linea, a quel gesto manuale, che passando per Kandinskj e Mirò prosegue la sua venuta nelle opere di Alchile Gorky e William Basiotes, facendo giungere lo stesso tipo di sperimentazione nel panorama artistico italiano. Alle tele "grippate" di Jackson Pollock, alla matericità del segno e del colore di Franz Kline e Willem De Kooning, alla morbida gestualità di Hanz Hartung ed alle "paste alte" di Jean Fautrier, fa eco, in Italia, la stessa sperimentazione che vede in Emilio Vedova, Afro, Mattia Moreni, Roberto Crippa, Vinicio Berti e nel  giovane Giuseppe Ciccia, alcuni dei suoi più attenti protagonisti. La forte gestualità accompagnata dalla sinuosità della "linea serpentina", - definita da William Hogart nel 1700 la massima espressione della bellezza - si sposa con la fluidità del colore che esplode supportato dalla propria lucentezza. L'accordo di tinte contrastanti, "risultante" dall'uso dei colori primari, crea un senso di inaspettato cromatismo reso passaggio fluido del colore che sfocia nell'accentuato dinamismo dell'opera, creando l'armonia e l'equilibrio della composizione. Le opere degli anni '80 rappresentano una sintesi estrema di forma, colore, gesto, e denotano un'assoluta comprensione dello spazio vuoto inondato dall'espressione interiore dell'artista; il risultato non può che definirsi Opera d'Arte. Essa esprime ancora oggi il proprio lirismo. La sinergia degli elementi che la compongono, incanta l'occhio sconcertato dell'osservatore investito dal suo linguaggio apparentemente muto che scatena infiniti rimandi e forti emozioni. [...] Tracce, che ci conducono all''interno di una spiritualità contemplativa.

                                                                        
(Francesca Cascino)

 
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