Il sito web di Giuseppe Ciccia - Assurgentismo e opere contemporanee

Savino Marseglia - Giuseppe Ciccia

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Savino Marseglia

Recensioni


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L'opera di di Ciccia sembra racchiudeere in sè non solo le nuove tecnologie e i matriali che la realtà contemporanea mette a disposizione, ma implica nahce quei valori umani, che oggi sono visibilmente soffocati dalla società dei consumi. Valori che possono in qualche modo essere adoperati per  contribuire alla crescita spirituale della società.
Se egli da una parte non può fare a meno di rapportarsi ai pionieri delle neoavanguardie del secondo dopoguerra che avevano operato una vera rottura sempre e comunque nella continuità della pittura moderna, delineando i percorsi furturi dell'arte, dall'altre, avverte la volontà di proseguire tale commino ridefinendo nuove certezze e riportando l'arte al centro della vita, partendo dalla propria coscienza verso la giustizia sociale, la libertà individuale e collettiva. Questi, in sintesi, sono i valori rappresentativi della sua ricerca volta alla preservazione e alla difesa della sua pratica artistica e alla giustificazione etica ed intellettuale della propria poetica.
Ciccia crede che all'arte sia possibile ancora riservare un ruolo spirituale nella società postindustriale, caretterizzata dall'assalto pubblicitario e tele-comunicativo che svilisce qualsiasi forma di linguaggio spirituale riducendolo a merce.
Tale ruolo trova la propria giustificazione nella continuità di quei volori universali delle grandi tradizioni spirituali occidentali e orientali con le quali l'arte e la religione, hanno sempre avuto quel proficuo e reciproco contatto. E' mia opinione che al giorno d'oggi più di ieri l'artista abbia questa missione da compiere: tenere sempre accesa la luce del faro interiore di cui l'opera d'arte sembra esserne l'interprete più leale. Ed è questa forse, l'unica luce di cui dispone ancora l'arte per poter dipanare la trama di quel labirinto di un mondo tecnologico complesso e perennemente in evoluzione e comunque indecifrabile.
Il nostro artista ha condiviso molte delle rivoluzioni linguistiche nate negli anni Sessanta che praticavano ampiamente l'interdipendenza tra arte, vita e pensiero, ma ha mantenuto un atteggiamento perplesso nei confronti di alcuni artisti che operavano pervasi dall'ubriacatura ideologica più che dall'impegno politico, senza tralasciare i condizionamenti di tendenze e delle mode effimere dell'epoca senza alcunchè di creativo o originale.
Ad affascinarlo è piuttosto un'eversione soggettiva, un'utopia di pensiero, di metamorfosi del mondo, in cui l'opera d'arte rivela da una parte una forza libera e autonoma nella società che la circonda mentre dall'altra si colloca nella vita concreta e nella convinzione che la vita stessa nella società possa in qualche modo cambiare con l'arte. Non a caso Ciccia nel 1975 è stato fondatore del movimento artistico, denominato: "Assurgentismo", con il chiaro intento di riportare l'arte al centro della vita, alla sua condizione naturale intesa come evoluzione dello spirito. L'arte deve rispecchiare l'autonomia del pensiero e il momento creativo dell'artista in funzione del suo tempo.
Utopico, anarchico o rivoluzionario o realista che sia l'approccio dell'opera di Ciccia, non ha in alcun caso alcunchè di contemplativo e si condensa al contrario in una evoluzione dinamica e psichica.
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                                                                                      Savino Marseglia

 
 
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